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Overtourism, il lato oscuro del turismo di massa per l’impatto sull’ambiente

Overtourism, il lato oscuro del turismo di massa per l’impatto sull’ambiente

Sostenibilità 31 Gen 2025 di Staff

In questo articolo parliamo di:

  • Il contributo del turismo alle emissioni globali
  • Destinazioni a rischio e impatti climatici
  • Le risposte possibili: soluzioni e buone pratiche
  • Il turismo responsabile
  • Turismo speculativo e qualità della vita
  • Uno sguardo al futuro: il turismo di massa e le prossime sfide della sostenibilità

Secondo i dati di OCIO1, a luglio 2024 i posti letto turistici nella città antica di Venezia erano 49.964, mentre i residenti erano “solo” 48.951. Venezia è solo uno tra gli esempi più emblematici del fenomeno definito come overtourism. Secondo la definizione data dal World Tourism Organization (UNWTO), l’overtourism è “l’impatto negativo che il turismo, all’interno di una destinazione o in parte di essa, ha sulla qualità di vita percepita dei residenti e/o sull’esperienza del visitatore”.

Inoltre, la Commissione per i Trasporti e il Turismo del Parlamento Europeo descrive l’overtourism come “la situazione nella quale l’impatto del turismo, in un certo momento e in una certa località, eccede la soglia della capacità fisica, ecologica, sociale, economica, psicologica e/o politica”.

Queste definizioni evidenziano come l’overtourism non riguardi solo il numero di turisti, ma anche l’equilibrio tra le esigenze dei visitatori e quelle dei residenti, nonché la capacità di una destinazione di sostenere l’afflusso turistico senza compromettere le risorse locali e la qualità della vita.

Il turismo di massa, fenomeno in crescita esponenziale nell’ultimo decennio, è spesso celebrato come strumento di sviluppo economico e culturale, poiché permette a sempre più persone di esplorare nuove destinazioni e di entrare in contatto con culture diverse. 

Tuttavia, dietro questa apparente maschera positiva, si cela un lato oscuro che impone una riflessione profonda: uno degli aspetti di questo lato oscuro è l’aumento incontrollato dei flussi turistici e il conseguente incremento delle emissioni di gas serra, che sta contribuendo ad aggravare la crisi climatica in atto, con ripercussioni su scala globale. Inoltre, possiamo affermare che il fenomeno è in gran parte dovuto al fatto che, quando le fasce di popolazione nei Paesi in via di sviluppo migliorano la propria disponibilità economica, una volta soddisfatti i bisogni primari, spesso scelgono di impiegare le nuove risorse disponibili nel turismo.

Ne parliamo in modo più approfondito in questo articolo. 

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Il contributo del turismo alle emissioni globali

Macchine in fila sulla strada

Negli ultimi decenni, il turismo di massa è diventato uno dei principali motori economici globali. Nel 2019, prima dell’avvento della pandemia, gli arrivi internazionali hanno superato 1,4 miliardi secondo l’UNWTO2

Tuttavia, questa crescita straordinaria ha un costo nascosto: il pesante impatto ambientale di questo fenomeno. Dalle emissioni di gas serra alle risorse naturali sovrasfruttate, il turismo di massa sta contribuendo in modo significativo alla crisi climatica globale.

È possibile affermare che uno degli aspetti più critici è il ruolo dei trasporti. L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) stima che il settore dell’aviazione sia responsabile di circa il 2-3% delle emissioni globali di CO₂, con una crescita annua significativa3

Il boom delle compagnie low cost, che offrono tariffe stracciate e promozioni aggressive, ha incentivato migliaia di persone a prenotare con maggior frequenza viaggi anche a breve distanza. 

Se fino a pochi decenni fa volare rappresentava un lusso, oggi è un’opzione spesso più economica e comoda rispetto a treni o autobus, con la conseguenza che il numero di passeggeri in volo si è moltiplicato.

Parallelamente, le crociere rappresentano un’altra importante fonte di inquinamento: secondo il rapporto “Return of the Cruise”4 dell’organizzazione ambientalista Transport & Environment “le 218 navi da crociera operative in Europa hanno emesso più ossidi di zolfo (SOX) rispetto a 1 miliardo di automobili nel 2022, ovvero 4,4 volte di più rispetto a tutte le auto presenti nel continente europeo”.

Destinazioni a rischio e impatti climatici

Paesaggio

A questo scenario si aggiunge la complessità logistica legata all’overtourism, fenomeno che interessa numerosi siti naturali e città d’arte, ormai sotto pressione a causa dei flussi sempre più alti di visitatori. 

Le masse turistiche generano consumi idrici ed energetici elevati, producono rifiuti in eccesso e mettono a dura prova le infrastrutture urbane. Celebri sono i casi di città come la sopracitata Venezia, Barcellona o Amsterdam, dove i residenti denunciano da tempo un sovraffollamento tale da incidere negativamente sulla qualità della vita. 

Dal punto di vista ambientale, aree costiere e siti naturalistici subiscono un deterioramento degli ecosistemi, con conseguenze che possono rivelarsi irreversibili.

Le risposte possibili: soluzioni e buone pratiche

Secondo il rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC)5, gli sforzi per contenere l’innalzamento delle temperature entro 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali richiedono interventi rapidi e ambiziosi in tutti i settori, incluso quello turistico

L’Accordo di Parigi, siglato nel 2015, stabilisce obiettivi di riduzione delle emissioni che, a distanza di anni, risultano ancora difficili da raggiungere se non si interviene su più fronti. Dal lato dei trasporti, una prima soluzione consiste nel promuovere forme di mobilità più sostenibili, come l’alta velocità ferroviaria o i bus elettrici per gli spostamenti interurbani. 

Anche il settore aereo è chiamato a investire in innovazioni tecnologiche che consentano di ridurre l’impatto ambientale: dagli aeromobili di nuova generazione, più leggeri e con motori a basso consumo, fino alla ricerca sui combustibili alternativi (biocarburanti e, in futuro, idrogeno verde).

Nel quadro di questa transizione, un ruolo sempre più significativo è svolto dalle politiche di compensazione delle emissioni, anche dette carbon offsetting. Alcune compagnie aeree e tour operator consentono ai propri clienti di versare un contributo volontario per finanziare progetti di riforestazione o di sviluppo di energie rinnovabili. 

Tuttavia, gli esperti sottolineano che questo tipo di misure, sebbene utili, non possono sostituire interventi strutturali volti a diminuire in modo incisivo le emissioni alla fonte. La semplice “pulizia” dell’aria mediante la piantumazione di alberi rischia di essere una soluzione tampone e temporanea, che non risolve alla radice la questione dell’eccessiva dipendenza del turismo (e della società intera) dai combustibili fossili.

Il turismo responsabile

Parallelamente, anche le strutture ricettive hanno un ruolo fondamentale nel ridurre l’impronta del turismo sull’ambiente. Negli ultimi anni, si è diffuso il concetto di “turismo responsabile” o “eco-turismo”: alberghi, resort e bed & breakfast stanno investendo in pannelli solari, sistemi di raccolta dell’acqua piovana, politiche di riduzione dei rifiuti e menù a base di prodotti a chilometro zero. 

In alcune destinazioni, come le Maldive, dove l’erosione costiera e l’aumento del livello del mare costituiscono già un’emergenza, molte strutture stanno cercando di riconvertirsi verso modelli più sostenibili, ma non sempre questo avviene abbastanza velocemente per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Turismo speculativo e qualità della vita

Le comunità locali, spesso le prime a subire l’impatto del turismo di massa, rappresentano un altro pilastro della transizione. In molte regioni, i flussi turistici non solo aggravano la pressione sull’ambiente, ma favoriscono la nascita di mercati paralleli, come il turismo immobiliare speculativo, che può impoverire il tessuto sociale diventando un problema di sostenibilità sociale. 

Questo fenomeno emerge con particolare evidenza nelle città storiche e nelle località costiere, dove gli affitti a breve termine per i turisti sottraggono abitazioni ai residenti, innalzando il costo della vita e alterando irreparabilmente l’identità culturale dei luoghi. 

La sfida, dunque, è trovare un equilibrio tra sviluppo economico, tutela ambientale e salvaguardia del patrimonio culturale.

Uno sguardo al futuro: il turismo di massa e le prossime sfide della sostenibilità

Il turismo di massa rappresenta una sfida cruciale per la sostenibilità globale. Senza un cambiamento sistemico e individuale, le destinazioni che oggi amiamo rischiano di scomparire o di essere irreparabilmente danneggiate. Come professionisti, aziende e semplici viaggiatori, dobbiamo ripensare il nostro approccio al viaggio, mettendo al centro la tutela dell’ambiente e delle comunità locali.

Ogni scelta conta, e il futuro del pianeta dipende anche da come decideremo di viaggiare. La trasformazione verso un turismo sostenibile non è solo un’opzione: è una necessità.

Occorrerebbe, quindi, un impegno condiviso tra governi, imprese e cittadini per riconsiderare modalità e finalità del viaggio. Si rende infatti necessaria un’educazione diffusa, in grado di sensibilizzare i viaggiatori su scelte di consumo più responsabili, come privilegiare periodi di bassa stagione o destinazioni meno inflazionate.

Un passo importante in questa direzione è rappresentato dalla promozione di itinerari di “turismo lento” o “slow travel”, basato sull’idea di prolungare la permanenza in un unico luogo e di privilegiare la conoscenza autentica di tradizioni, sapori e paesaggi locali. 

Questo approccio incoraggia gli spostamenti a ridotto impatto ambientale e favorisce un rapporto più consapevole con l’ecosistema e con le comunità ospitanti. Oltre a ridurre sensibilmente le emissioni di CO₂, lo slow travel contribuisce a distribuire i benefici economici del turismo in modo più equo, evitando la concentrazione dei profitti nelle mani di pochi grandi operatori.

È evidente che la crisi climatica e le sue ricadute impongono scelte non più rimandabili. Se il turismo vuole continuare a esistere come forza positiva, capace di generare incontri tra culture e valorizzare il patrimonio storico e naturale, dovrebbe assumersi la responsabilità di un cambiamento radicale. 

Da parte nostra, come viaggiatori, possiamo fare la differenza adottando piccoli ma significativi accorgimenti: scegliere mezzi di trasporto meno inquinanti quando possibile, limitare il numero di voli brevi sostituendoli con il treno o l’auto condivisa, preferire destinazioni meno battute e in bassa stagione, sostenere le attività locali che dimostrano reale attenzione per l’ambiente e per la cultura del territorio. 

Il viaggio, dopotutto, è un’opportunità di crescita personale e di arricchimento, ma non deve trasformarsi in un boomerang ecologico a danno delle generazioni future.Se anche tu, nel tuo piccolo, vuoi dare il tuo contributo per lasciare un Pianeta migliore, scopri come PMI Sostenibile può affiancarti nel percorso di sostenibilità della tua azienda. Contattaci ora.

1https://ocio-venezia.it/report/mappatura-locazioni

2https://www.unwto.org/world-tourism-barometer-2019-nov

3https://www.ipcc.ch/report/aviation-and-the-global-atmosphere-2/

4https://www.transportenvironment.org/uploads/files/2023-Cruise-ship-study.pdf

5https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg3/

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