Guida alla Nature Restoration Law: obiettivi, prospettive e relazioni con la sostenibilità aziendale
In questo articolo parliamo di:
- Nature Restoration Law: 5 ragioni per cui è importante
- Nature Restoration Law e sostenibilità aziendale: quali legami?
- Il futuro possibile della Nature Restoration Law
Non ha vita facile la Nature Restoration Law, e ancora non si sa cosa ne sarà di questa contrastata (e pure utile) normativa. La legislazione europea progettata per garantire principalmente il ripristino degli ecosistemi degradati nei Paesi dell’UE continua infatti a essere oggetto di contesa da parte di diversi Stati.
Gli ultimi, in ordine cronologico, Italia e Ungheria, che hanno espresso le loro perplessità minacciando di tirarsi indietro sull’approvazione definitiva della normativa.
Ma facciamo un passo indietro. La prima proposta di “Legge sul ripristino della natura” risale al 2022: presentata alla Commissione europea, la versione iniziale della legge prevedeva specifici obiettivi di conservazione della biodiversità, tra cui la tutela del 20% della superficie terrestre e marina entro il 2030, estendendo gradualmente la portata entro il 2050.
Considerati troppo ambiziosi, questi obiettivi sono stati successivamente ridimensionati in una nuova versione della legge, approvata dal Parlamento europeo nei mesi scorsi. A seguito di successivi negoziati tra Commissione europea (l’organo prettamente legislativo dell’Unione), Parlamento e Consiglio europeo, è stato trovato un compromesso poi definitivamente approvato dal Parlamento a fine febbraio scorso.
L’attuale versione della Nature Restoration Law è ritenuta, dagli osservatori internazionali, molto meno efficace di come era in partenza, pur rimanendo i vincoli temporali del 2030 e del 2050 per i diversi obiettivi previsti, nello specifico:
- Ripristinare il buono stato di salute di almeno il 20% degli habitat contemplati dalla nuova legge (che vanno da foreste, praterie e zone umide a fiumi, laghi e mari). Questa percentuale aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.
- Fino al 2030 dare priorità alle zone Rete Natura 2000. I Paesi dell’Unione dovranno garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo.
- Adottare piani nazionali di ripristino che indichino nel dettaglio in che modo intendono raggiungere gli obiettivi.
Fortemente dibattuta, la nuova normativa è stata approvata al Parlamento europeo con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 astenuti. Se pur osteggiata da diverse parti, la Nature Restoration Law riveste un ruolo importante in quello che viene chiamato New Green Deal, ossia il pacchetto di norme presentato dalla Commissione Europea per combattere il cambiamento climatico.
Di seguito in questo articolo vediamo perché questa normativa ha questa importanza sia a livello di sostenibilità del Pianeta sia, in modo più specifico, che ruolo potrebbe rivestire per la sostenibilità aziendale delle nostre imprese.
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Nature Restoration Law: 5 ragioni per cui è importante
La Nature Restoration Law rappresenta uno strumento chiave nella promozione della sostenibilità ambientale, affrontando la crescente preoccupazione per la perdita di biodiversità, il degrado del suolo, la deforestazione e altri problemi ambientali critici. Il ripristino degli ecosistemi naturali diventa una priorità per mitigare gli impatti negativi sull’ambiente e sulla società.
Come riporta il sito della Commissione europea1, la proposta mira a ripristinare gli ecosistemi, gli habitat e le specie nelle aree terrestri e marine dell’UE al fine di:
- consentire il recupero a lungo termine e sostenuto di una natura biodiversa e resiliente
- contribuire al raggiungimento degli obiettivi di mitigazione e adattamento al clima dell’UE
- soddisfare gli impegni internazionali
L’importanza della Nature Restoration Law nel contesto della sostenibilità può essere evidenziata per almeno 5 diverse ragioni:
- Conservazione della biodiversità: il ripristino degli ecosistemi contribuisce alla conservazione della biodiversità, preservando le specie animali e vegetali e mantenendo l’equilibrio degli ecosistemi.
- Mitigazione dei cambiamenti climatici: gli ecosistemi sani svolgono un ruolo fondamentale nell’assorbire e immagazzinare il carbonio atmosferico, contribuendo così alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
- Protezione delle risorse idriche: gli ecosistemi ripristinati possono migliorare la qualità e la disponibilità delle risorse idriche, riducendo il rischio di siccità e inondazioni.
- Sostenibilità delle risorse naturali: il ripristino degli ecosistemi promuove un uso sostenibile delle risorse naturali, contribuendo alla loro conservazione per le future generazioni.
- Resilienza agli eventi estremi: gli ecosistemi ripristinati sono più resilienti agli eventi climatici estremi, come tempeste e incendi forestali, fornendo quindi una maggiore protezione alle comunità locali.
Anche le imprese potrebbero rivestire un ruolo cruciale nel contribuire al suo successo attraverso azioni concrete volte al ripristino degli ecosistemi e alla conservazione delle risorse naturali.
Nature Restoration Law e sostenibilità aziendale: quali legami?
Quali connessioni esistono tra una normativa sul ripristino degli ecosistemi e l’impegno delle aziende europee verso la sostenibilità d’impresa?
Anche se possono sembrare mondi distanti fra loro, in realtà la Nature Restoration Law è legata anche al concetto di sostenibilità aziendale. Infatti, come già sappiamo, le aziende hanno un impatto significativo sull’ambiente e sulla società.
Ne sono già esempio le storie di successo di Nature Restoration riportate sul sito della Commissione2, in cui anche alcune imprese hanno rivestito ruoli decisivi nella bonifica e rivitalizzazione di aree industriali e nel ripristino di foreste.
Oggi le imprese possono adottare una serie di azioni per contribuire al ripristino degli ecosistemi e all’attuazione della legge, ad esempio:
- Pratiche agricole sostenibili, come la rotazione delle colture e l’agricoltura biologica, per ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti e promuovere la salute del suolo.
- Investimenti nel ripristino ambientale, finanziando progetti di riforestazione, ripristino degli habitat naturali e bonifica di terreni contaminati, contribuendo così alla conservazione degli ecosistemi.
- Certificazioni e standard ambientali: le aziende possono ottenere certificazioni ambientali e adottare standard di sostenibilità riconosciuti a livello internazionale, dimostrando il loro impegno per la conservazione dell’ambiente.
- Coinvolgimento delle parti interessate, come le comunità locali, le ONG ambientali e altre parti interessate nel processo decisionale per garantire un approccio inclusivo e responsabile al ripristino degli ecosistemi.
Considerando dunque l’impegno dei singoli Stati membri dell’Ue che, se la legge verrà definitivamente adottata, diventeranno i principali protagonisti delle azioni concrete da mettere in campo, le imprese possono giocare un ruolo chiave verso il raggiungimento degli obiettivi della normativa. Non necessariamente occorre compiere grandi azioni: perseguire il Bene Comune in modo sistematico, con azioni mirate a migliorare il proprio impatto sull’ambiente, è già un piccolo grande passo.
Il futuro possibile della Nature Restoration Law
Ad oggi l’adozione definitiva della Nature Restoration Law è tutt’altro che scontata.
Nei mesi scorsi la normativa è stata osteggiata da diversi Paesi membri dell’Unione europea anche a seguito delle proteste degli agricoltori (che hanno interessato anche l’Italia) contro le norme europee della Politica agricola comune (PAC). Proprio a causa di queste manifestazioni molti governi non vogliono rischiare di esasperare ulteriormente la situazione introducendo ulteriori obblighi e limitazioni previste dalla Nature Restoration Law.
Qualora venisse adottata, regolamenti e raccomandazioni dovranno essere recepiti dagli Stati membri per adattare la legislazione interna alle nuove norme europee. Per il funzionamento e il monitoraggio della normativa, quest’ultima richiederebbe innanzitutto uno sforzo coordinato tra gli Stati membri dell’Unione Europea per garantire che le disposizioni siano applicate in modo uniforme e coerente.
Questo potrebbe prevedere l’elaborazione di piani nazionali di ripristino ambientale che identifichino obiettivi specifici, aree prioritarie e azioni da intraprendere. Inoltre, sarebbe essenziale stabilire meccanismi di monitoraggio e valutazione robusti per tracciare i progressi nel ripristino degli ecosistemi e apportare eventuali correzioni di rotta, se necessario.
In ottica di adozione della normativa, qualora questo avvenisse, andrebbe quindi ipotizzato e previsto un coinvolgimento attivo delle parti interessate, comprese le comunità locali, le organizzazioni ambientali e le imprese. Queste ultime, come abbiamo visto, giocheranno un ruolo chiave nel finanziare e implementare progetti di ripristino ambientale.
Sempre nell’ambito di quello che possono fare le aziende in questo contesto, anche l’innovazione e la tecnologia possono svolgere un ruolo significativo nel potenziare gli sforzi di ripristino ambientale. Nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e la sorveglianza satellitare, possono migliorare la sorveglianza e il monitoraggio degli ecosistemi, consentendo una valutazione più accurata dei progressi nel ripristino. Inoltre, l’innovazione nel settore dei materiali biodegradabili e delle pratiche agricole sostenibili può contribuire a ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente.
In sintesi, il successo della Nature Restoration Law – anche se la sua adozione è ancora lontana – dipenderà dall’impegno continuo e dalla collaborazione di tutti gli attori coinvolti.
Cosa puoi fare tu, sin da adesso? L’adozione di pratiche sostenibili, accompagnata da cambi di paradigmi nei comportamenti quotidiani, è già un contributo importante alla causa. Le piccole azioni individuali e collettive, anche a livello di impresa, possono concorrere a un cambiamento generale importante e sempre più indispensabile al giorno d’oggi.
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1 https://environment.ec.europa.eu/topics/nature-and-biodiversity/nature-restoration-law_en
2 https://environment.ec.europa.eu/topics/nature-and-biodiversity/nature-restoration-law/success-stories_en