Per questo motivo, le Società Benefit si impegnano nel raggiungimento sia di obiettivi economici sia di obiettivi di beneficio comune.
Alla fine di ogni anno le attività di beneficio comune svolte nel corso dei 12 mesi devono essere rendicontate nella relazione di impatto. In che modo? Come e perché diventare una Società Benefit? Chi può diventarlo? Nel seguente articolo risponderemo a queste domande parlando di:
Da un certo punto di vista l’Italia può considerarsi storicamente la culla dell’idea di economia che sta alla base delle odierne Società Benefit. Fu infatti nell’Illuminismo napoletano che, mentre in Scozia, con Smith e Hume, stava nascendo l’Economia Politica, vide la luce, attraverso autori come Genovesi, Filangieri e Dragonetti, l’Economia Civile. Questa, a differenza della prima, riconosceva valore ai beni relazionali e in particolare ai principi di reciprocità e fraternità, prefigurando quindi una alternativa al capitalismo che tutti oggi conosciamo.
L’idea della moderna “Società Benefit” nasce invece nel 2006 negli Stati Uniti con la creazione di B Lab, una società non-profit che ha iniziato a credere nella possibilità di utilizzare il business come forza positiva per ottenere non solo un profitto economico ma anche per creare del bene per la società.
La speranza di B Lab è stata sin dal principio quella di vedere che tutte le imprese prima o poi competeranno tra di loro per diventare non l’azienda migliore del mondo, ma l’azienda migliore PER il mondo.
Per raggiungere questo obiettivo B Lab si è attivata per:
Le Società Benefit sono una nuova forma giuridica di impresa, introdotta in Italia con la legge 28 dicembre 2015, n. 208 (commi 376-383 e allegati 4 – 5) ed entrata in vigore dal 1 Gennaio 2016.
L’Italia è stato il primo stato al di fuori degli USA a riconoscere lo status giuridico di Società Benefit. Questa forma giuridica d’impresa garantisce una solida base per creare valore condiviso nel lungo termine.
Nel nostro Paese la normativa sulle Società Benefit è stata approvata con il supporto di tutte le principali forze politiche sull’esempio degli USA, dove 12 Stati hanno approvato il disegno di legge completamente all’unanimità.
La legislazione sulle Società Benefit modifica lo scopo di una società, garantendo agli imprenditori la libertà e la possibilità di prendere in considerazione le persone e l’ambiente oltre e prima del profitto.
Questo provvedimento di legge si è reso necessario in quanto, sulla base del Codice Civile, anche se può sembrare incredibile, il CEO di una normale azienda che la gestisca anche per perseguire il bene comune, potrebbe essere denunciato dagli azionisti, poiché la normale azienda da codice civile ha l’unico scopo di generare profitto.
Questo provvedimento di legge si è reso necessario in quanto, sulla base del Codice Civile, anche se può sembrare incredibile, il CEO di una normale azienda che la gestisca anche per perseguire il bene comune, potrebbe essere denunciato dagli azionisti, poiché la normale azienda da codice civile ha l’unico scopo di generare profitto.
La scelta di diventare Società Benefit deve essere guidata dal desiderio di produrre un impatto positivo sulla società e sulla biosfera.
La Società Benefit costituisce una possibilità di superamento dei concetti, originariamente antitetici, di realtà for profit e realtà non profit.
Se il primo non prevede il bene comune e il secondo non prevede il profitto, la Società Benefit li prevede contemporaneamente entrambi.
Scegliere la via della sostenibilità aziendale comporta una serie di vantaggi oltre che all’azienda stessa anche a tutti gli stakeholder in relazione con l’azienda. Ecco un elenco dei 7 principali motivi per scegliere di diventare una Società Benefit:
Ci sono dei benefici fiscali per le Società Benefit? La risposta è no.
Per le SB non sono previsti vantaggi a livello di benefici fiscali, sgravi contributivi o agevolazioni finanziarie
Si diventa Società Benefit perché si crede davvero nella possibilità di uno sviluppo sostenibile e che il cambiamento, con l’aiuto di tutti, è un obiettivo possibile e raggiungibile.
Inoltre, diventare Società Benefit porta vantaggi anche dal punto di vista della reputazione. Sempre più persone seguono con interesse le azioni concrete svolte dalle aziende per l’ambiente e la comunità e sono più propense ad acquistare da imprese che rispecchiano i loro valori umani e ambientali.
Una volta che un’impresa diventa Società Benefit, potrà inserire accanto alla denominazione sociale l’abbreviazione SB o “Società Benefit” per intero e potrà utilizzare questa denominazione nelle documentazioni e nelle comunicazioni verso terzi.
Il concetto di benefit corrisponde al concetto di sostenibilità aziendale. La sostenibilità è un concetto caratterizzato da 3 diverse dimensioni (ambientale, sociale ed economica) che sono tutte sullo stesso livello di importanza.
La normativa per le Società Benefit indica la necessità di bilanciare il perseguimento del profitto con quello del bene comune, e di adottare una condotta responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di tutti gli stakeholder. Un miglior coinvolgimento degli stakeholder nella Governance, unito al considerare gli effetti sugli stessi e sull’ambiente dell’attività aziendale, è il concetto cardine della Società Benefit.
È per questo motivo che nella relazione annuale di impatto da allegare al bilancio di fine anno di una Società Benefit devono esserci obiettivi che riducono i danni o generano benefici per l’ambiente e le comunità.
Nella relazione annuale devono essere presenti:
a) la descrizione degli obiettivi specifici, delle modalità e delle azioni attuate dagli amministratori della società per il perseguimento delle finalità di beneficio comune; eventualmente devono essere chiarite le circostanze che hanno impedito il conseguimento degli obiettivi prefissati
b) la valutazione dell’impatto generato in relazione a specifiche aree
c) la descrizione degli obiettivi che la società intende perseguire nel nuovo anno.
Quali aree deve riguardare la valutazione di impatto?
All’interno della valutazione di impatto sono comprese le seguenti aree:
La valutazione deve essere svolta con uno strumento standard esterno all’azienda e sviluppato da un ente indipendente. Inoltre, lo strumento deve essere trasparente rispetto alle modalità applicative e ai criteri che vengono utilizzati per la misurazione dell’impatto sociale e ambientale.
Le definizioni di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) sono molteplici.
Se già nel 2001 l’Unione Europea definiva la RSI come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”,
nei fatti la RSI fino a qualche anno fa veniva praticata dalle aziende senza mettere in discussione il normale business, ma piuttosto come modo per restituire alla comunità una parte del valore economico prodotto.
Nel corso degli anni il significato di RSI è quindi profondamente cambiato. Oggi, la Responsabilità Sociale d’Impresa è un concetto in qualche modo superato da quello di sostenibilità aziendale. Rappresenta quindi l’attuazione dello sviluppo sostenibile a livello delle imprese e racchiude tutte le azioni che un’azienda può intraprendere per promuovere lo sviluppo sostenibile.
Il modello di sviluppo che ha guidato la vita economica capitalistica è diventato in-sostenibile.
Le recenti crisi economiche, emergenze sanitarie e disastri ambientali hanno richiamato l’attenzione sull’importanza di una vita economica sostenibile , inclusiva e stabile, basata sulla lotta alla povertà e sul rispetto dei diritti umani, del lavoro e dell’ambiente.
Incoraggiare le imprese, in particolare le grandi, ad adottare pratiche sostenibili e ad integrare le informazioni sulla sostenibilità nei resoconti annuali è infatti anche uno scopo che fa parte dell’obiettivo numero 12 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”.
L’Agenda 2030 è il programma d’azione per le comunità e il Pianeta sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. L’Agenda è composta da 17 obiettivi ambientali e sociali che racchiudono 169 “sotto-obiettivi” da raggiungere entro il 2030.
In conclusione rispondiamo ad alcune delle domande più frequenti sulle Società Benefit:
Cos’è una Società Benefit?
Come abbiamo già detto precedentemente, Società Benefit è uno status giuridico introdotto come possibile per tutte le aziende profit riconosciute dall’ordinamento italiano.
Per Società Benefit viene intesa una società che oltre all’obiettivo di incrementare il proprio profitto, persegue una o più finalità di beneficio comune e opera in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse.
Cosa si intende per obiettivi/finalità di beneficio comune?
Negli obiettivi di beneficio comune vengono racchiusi tutti quegli obiettivi volti a produrre un effetto positivo o a ridurre l’impatto negativo nei confronti di diverse categorie tra comunità, territori, ambienti e beni.
Qualsiasi impresa for profit può diventare Società Benefit?
Possono perseguire una o più finalità di beneficio comune tutte le società disciplinate dal Codice Civile (Libro V, Titoli V e VI), quindi:
Le aziende di nuova costituzione possono essere costituite direttamente come Società Benefit presso qualsiasi notaio, mentre le imprese già esistenti possono diventare società benefit modificando il proprio statuto.
C’è differenza fra una Benefit Corporation, una B Corp e una Società Benefit?
Benefit Corporation è una nuova forma giuridica riconosciuta in alcuni stati federali degli USA che si propone di rispettare alti standard di scopo, responsabilità e trasparenza.
B Corp, detta anche Certified B Corporation, è una qualifica ottenuta da una società che si è sottoposta ed ha superato un test (B Impact Assessment). La certificazione è rilasciata da un Ente terzo (B Lab).
Società Benefit è la versione italiana della sopra citata Benefit Corporation.
Le Società Benefit godono di benefici fiscali?
Al momento diventare una SB non comporta alcun vantaggio dal punto di vista di benefici fiscali, sgravi contributivi o agevolazioni finanziarie.
Quanto costa trasformare un’impresa in una Società Benefit?
A livello burocratico per diventare SB è necessario modificare lo statuto inserendo le finalità di beneficio comune. Per questo motivo bisogna prevedere il costo del notaio a cui ci si rivolge.
Inoltre, bisogna aggiungere il costo di gestione associato alla valutazione di impatto e il costo per la redazione della relazione annuale riguardante il perseguimento del beneficio comune (i costi sono relativi alla remunerazione del personale interno o esterno all’azienda che se ne occuperà).
Per quanto riguarda l’impegno concreto e quotidiano, la Società Benefit dovrà attuare processi e azioni volti al perseguimento del bene comune, creando così la sostanza che verrà poi rendicontata nella relazione annuale. Il costo di queste azioni è relativo e varia da impresa a impresa.
Tuttavia, secondo una recente indagine svolta dall’Osservatorio SIC | Sostenibilità e comunicazione, l’impegno mirato alla sostenibilità porta alle aziende più vantaggi che costi.
Per un’azienda su due (più del 50% del campione analizzato) dare priorità alla sostenibilità, oltre a ridurre l’impatto ambientale, consente di ottimizzare i processi produttivi, aumentare la propria reputazione aziendale, rendere più efficienti i processi interni, incrementare le vendite e avere un vantaggio competitivo.
Quali sono gli obblighi imposti ogni anno alle Società Benefit?
Subito dopo la costituzione o trasformazione in Società Benefit occorre nominare la figura del Responsabile dell’Impatto e definire gli obiettivi socio ambientali per il primo esercizio.
Bisogna ottenere una certificazione per diventare una Società Benefit?
La risposta è no. La normativa prevede solo l’utilizzo di uno standard di valutazione esterno ma nessun obbligo di certificazione (che rimane un’opzione volontaria della società).
Società Benefit non è solo una sigla accanto alla denominazione sociale. È un insieme di valori, ideali e obiettivi da perseguire quotidianamente con l’attività aziendale per far sì che la realtà che stiamo vivendo prenda una piega maggiormente rivolta al bene comune.
Secondo i recenti dati emersi da un’analisi svolta ad aprile 2022 da Legambiente, negli 8 mesi precedenti si sono verificati in Italia 938 reati ambientali accertati.
Le Nazioni Unite hanno dichiarato che entro il 2030 raggiungeremo la quota di 560 catastrofi naturali all’anno con conseguente perdita di un numero indefinito di vite, siti di interesse ambientale e soldi (negli ultimi 20 anni gli eventi climatici estremi hanno provocato perdite dirette per più di 2500 miliardi di Euro a livello mondiale).
L’UNHCR (Agenzia ONU per i Rifugiati) stima che dal 2009 ad oggi una persona al secondo ha perso la propria casa a causa di un disastro naturale o climatico, per un totale di 22.5 milioni di individui.
ActionAid, organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta alle cause della povertà, ha dichiarato che nel mondo ci sono almeno 902 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà estrema, costretti a vivere con meno di 1,90 dollari al giorno.
Secondo i dati del World Food Programme 795 milioni di persone al mondo soffrono la fame.
Questi sono solo 5 sconcertanti dati, ma potremmo scriverne migliaia.
Non c’è più tempo per restare a guardare. E’ il momento di agire.
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